Caro Alessandro,
Anche a me piacerebbe vivere in un mondo così. Davvero!
Operazioni di identificazione che durano pochi minuti, ricerca di lavoro e di alloggio che durano pochi giorni. Purtroppo però la mia esperienza mi dice che questo non esiste…whishful thinking? fuffa? narrazione anglosassone/americana/OIM nella quale siam caduti con tutte le scarpe? non lo so, ma resta il fatto che cambiare paese non è per niente facile, per nessuno, da nessuna parte! e purtroppo le uniche entità al mondo che garantiscono diritti sono gli stati.
Poi esiste il problema dell’integrazione. Creare nuovi cittadini, come si fa? si dice loro che la loro cultura ha tratti che non vanno bene e bisogna modificarli? Non parlo del velo o del burqa, ma di pratiche come le mutilazioni genitali e i matrimoni combinati, il ruolo delle donne, la religione, etc.
Le società multiculturale è una chimera. Modello anglosassone, francese non sono funzionali, lo vediamo in tutte le periferie. Anche il modello multinazionale dell’Unione Sovietica e della Yugoslavia ha fallito, nonostante la spinta ideologica molto più convincente e l’opera di scristianizzazione, le nazioni e i salamalecchi ritornano alla prima occasione più virulenti di prima.
Al lavoro e alla lotta, sì, ma io oggi non so più per cosa lottare ne con chi!
Scusi lo sfogo, davvero, ma ci si sfoga con chi si sente vicino no?
con stima,
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Di: Giuseppe
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