Lei ha ragione da vendere, caro Robecchi. Oh, se ne ha: quanto a finzioni noialtri siam maestri.
Fingiamo di voler combattere gli scafisti trafficanti di essere umani e poi, quando vediamo un drastico calo degli sbarchi in seguito a certi provvedimenti del nostro governo, invece di rallegrarcene, accusiamo il medesimo. Perché’ mai quest’assurdo?
Fingiamo d’avere a cuore la vita dei migranti, e poi quando vediamo che il numero dei poveracci morti in mare si riduce, invece di rallegrarcene, scuotiamo il capo obiettando: non muoiono in mare? non va bene: infatti essi “muoiono più’ giu’”. (Come a dire: diminuiscono i morti per incidenti stradali? non va bene: prima o poi chi si salva morirà’ lo stesso). Perché’ mai quest’assurdo?
Gia’, perché mai? E’ semplice: perché’ noi non abbiamo a cuore ne’ la guerra allo scafismo, ne’ la sorte dei migranti. Noi abbiamo a cuore solo il poter dire peste e corna della parte politica a noi avversa. Tutto qua. Noi stiamo fingendo.
Si conservi.
P.S.: la regola che “si sa, siamo sempre alla fase uno – fase due, e poi si attua solo la fase uno” vale solo -ca va sans dire- quando prendiamo apposta quegli esempi della storia nei quali e’ accaduto -ca va encore sans dire- che si sia attuata solo la fase uno. Infatti questa non e’ una regola: e’ una tautologia.
Un controesempio di “fase due completata grazie alla fase uno” lo fa Paolo Mieli in un suo recente editoriale, paragonando la lotta allo scafismo attuale a quella ingaggiata ai tempi dello schiavismo dalla Royal Navy inglese contro gli “scafisti” di allora:
http://www.corriere.it/opinioni/17_agosto_24/migranti-calano-sbarchi-4de6519c-883a-11e7-a960-ee4515521d95.shtml